Alcune decine di centrali termoelettriche (CTE) utilizzanti l’olio combustibile denso (OCD) come combustibile principale o secondario sono state classificate nel dicembre 2010 come stabilimenti a rischio di incidente rilevante secondo il Dlgs 334/99 e smi. L’industria petrolifera europea ha infatti aggiornato la classificazione dell’OCD come sostanza pericolosa per l’ambiente (fasi di rischio R50/53 o H410: molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata). Diversi incidenti durante il trasporto marittimo hanno infatti evidenziato come il rilascio in mare dell’OCD ha comportato l’inquinamento di coste con notevoli problemi per la successiva operazione di bonifica.
(in lingua inglese)
Questa tesi tratta della reazione di ossidazione dell'idrogeno su un catalizzatore di platino in una geometria a flusso stagnante. In particolare, si analizzano gli effetti di: attività del catalizzatore, geometria del reattore e fluidodinamica sulla cinetica della reazione. Inizialmente, sono stati eseguiti dei trattamenti termochimici per analizzare la variazione dell'attività del catalizzatore, poi si è valutato l'effetto del mass transfer confrontandosi con la letteratura.
Il lavoro di tesi svolto ha avuto come obiettivo la messa in servizio di una serie di test sullo stack Ballard e la sistemazione dello stack UBZM, parallelamente ad una ricerca bibliografica sui problemi riscontrati durante le sperimentazioni. Nella parte iniziale del lavoro di tesi, sono state svolte numerose prove sullo stack Ballard. Le prime misurazioni hanno riguardato l’efficienza dello stack e i transitori di corrente, ottenendo che le prestazioni migliori si raggiungono ad elevate temperature dello stack; successivamente, lo stack è stato collegato al carico elettronico MMates. Dopo aver installato un sistema di raffreddamento del carico, si sono costruite le curve di polarizzazione; anche in questa prova si è visto che le migliori performances si ottengono quando lo stack opera ad alte temperature.
Il lavoro di tesi verte sull’avviamento di un laboratorio di prove su celle a combustibile. Verranno descritte le caratteristiche generali di tali celle con un approfondimento sulle PEMFC, che è la tipologia di celle in dotazione al laboratorio. Delle celle in prova verranno presentate caratteristiche e grafici. Il laboratorio è dotato di un sistema autonomo di approvvigionamento dell’idrogeno che, però, ha presentato dei problemi che verranno descritti insieme a una panoramica generale sul ciclo dell’idrogeno con un calcolo sul rendimento.
(in lingua inglese)
L‘argomento principale della tesi, molto dibattuto nella scienza di oggi, è lo stoccaggio di energia. Più precisamente questo lavoro affronta lo stoccaggio tramite idrogeno usando materiali chiamati idruri. Lo scopo del lavoro sullo stoccaggio diretto di idrogeno è stato lo studio di un nuovo materiale misto per lo stoccaggio dell'idrogeno solido, in linea con l'attuale tendenza di cercare composti con densità gravimetrica di idrogeno molto alta, ma che generalmente hanno anche problematiche alte temperature di desorbimento.
Lo scopo di questo lavoro è la valutazione di una parte del meccanismo di combustione catalitica del metano proposto da Deutschmann et al. nel 1996, la combustione dell’idrogeno. Verranno utilizzati modelli 0D per le analisi preliminari, per poi passare a modelli 1D e 2D nel tentativo di interpretare set di dati sperimentali ottenuti precedentemente nei laboratori del DIPIC. Si sono utilizzati ambienti di sviluppo di terzi: Cantera, come l’interprete cinetico, e Comsol Multiphysics 4.2, per la fluidodinamica numerica. Questi possono comunicare tramite un’interfaccia comune in Matlab.
Il perossido di idrogeno rappresenta un composto le cui caratteristiche sono coerenti con alcune delle disposizioni adottate dalla chimica verde, malgrado il processo per produrlo industrialmente sia molto costoso ed abbia un impatto ambientale non indifferente. Di conseguenza la ricerca di un metodo sostenibile per produrre l’H2O2 rappresenta un interessante argomento di investigazione, in quanto la sintesi diretta del composto permetterebbe di abbassare notevolmente i costi (d’impianto e d’esercizio) e soprattutto di evitare l’impatto ambientale del processo attualmente impiegato per la produzione industriale di H2O2 (autossidazione dell’antrachinone).
Analisi delle Protezioni degli impianti da Fulmini:
- Impianti parafulmini
- Messa a terra
- Equipotenzialità
Analisi delle Protezioni degli impianti da Sovratensione:
- Scaricatori per corrente da fulmine e limitatori di sovratensione
- Spinterometri di sezionamento
- Equipotenzialità antifulmine
Analisi protezione Antifortunistica:
- Dispositivi di messa a terra ed in corto circuito
- Rilevatori di tensione e comparatori di fase, fioretti di manovra
Presentazione del principio di protezione in aree pericolose
Prodotti e applicazioni settore petrolchimico
Esempi di applicazione Sistemi in zona EX
Questo lavoro descrive la produzione di idrogeno per digestione anaerobica di siero di latte, glucosio e melasso utilizzando 4 ceppi Thermotoga termofili. Tutte i 4 ceppi di Thermotoga testati (T. neapolitana, T. maritima, T. naphtophila, T. petrophila) sono stati in grado di produrre H2 dal siero di latte, glucosio e melasso, sia in prove con biomassa sospese che adesa. Con tutti i tre substrati, le migliori prestazioni sono state ottenute con T. neapolitana. Sono state condotte alcuni test per selezionare il supporto ottimale per le condizioni con biomassa adesa. Sono stati testati 4 tipi di supporti, 3 in vetro sinterizzato e uno in materiale ceramico; il supporto scelto è stato Biomax.
Il materiale residuo prodotto dalla termovalorizzazione dei rifiuti urbani è costituito dalle scorie di fondo, dalle ceneri leggere e dalle polveri provenienti dal trattamento dei gas acidi. Le ultime due componenti del residuo sono raccolte insieme nei sistemi di filtrazione e cosituiscono le ceneri APC. Le scorie di fondo e le ceneri APC rilasciano metalli e sali nell’ambiente, così è necessario pre-trattare i residui prima dello smaltimento in discarica o di un riutilizzo. Tra i diversi trattamenti, il processo di carbonatazione e il lavaggio con acqua sono i più recenti.
Analisi dell'offerta attuale dell'industria dell'auto nel campo dell'efficienza e valutazione dello studio di combustibili alternativi in grado di migliorare la qualità e la quantità delle emissioni.
In questo elaborato, si è svolta una review delle analisi energetiche ed economiche dei principali metodi di produzione di idrogeno attualmente disponibili o ancora in fase di studio. Le tecnologie che si basano sui combustibili fossili, le quali sono ad un livello di maturazione completo, presentano rendimenti alti, con margini di intervento che sembrano ridotti. Queste tecnologie sono conseguentemente anche quelle che portano ai minori costi di produzione dell’ H2. Processi ad alta efficienza sono anche quelli che sfruttano le centrali idroelettriche per alimentare elettrolizzatori, ma la letteratura ha dimostrato che questo accoppiamento è economicamente poco vantaggioso. Gli altri sistemi produttivi basati sull’utilizzo di fonti rinnovabili presentano ad oggi rendimenti relativamente bassi e costi di produzione elevati.
Focus sulla produzione d’idrogeno per via fermentativa sfruttando il metabolismo anaerobico di particolari batteri estremofili del genere Thermotoga. In questo lavoro, svolto in seno al progetto Bio-Hydro, sfruttando reattori batch da 116 mL, è stato selezionato il ceppo migliore di Thermotoga fra i quatto ceppi testati: T. neapolitana. Una volta individuato il candidato batterico migliore è stato individuato il valore ottimale di pH (8.5 a t.amb) per la produzione d’idrogeno. Un intenso lavoro è stato svolto sul medium di coltura permettendone la minimizzazione e rendendolo così economicamente sostenibile per il suo utilizzo nel reattore da 19L; in questo caso il glucosio è stato completamente sostituito con due sottoprodotti agroindustriali individuati in precedenza, il melasso di barbabietola e il siero di latte. Sono stati poi eliminati i gravosi micronutrienti e le vitamine.
Necessità di un sistema di protezione dai fulmini per impianti a biogas
Dopo la scadenza del 1 luglio 2003,data di abrogazione delle direttive 76/117/CEE e 82/130/CEE, la direttiva ATEX 99/9/CE e la direttiva 99/92/CE, diventano l’unico riferimento per quanto attiene apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera parzialmente esplosiva. Siccome in un impianto biogas è da aspettarsi una miscela esplosiva di aria e gas,questi impianti sono da classificare a rischio
Obiettivo del presente lavoro è quello di simulare, tramite un codice fluidodinamico, l'iniezione diretta dell'idrogeno e il conseguente miscelamento con l'aria, in un motore a combustione interna di 500 cm3, e di confrontare i risultati ottenuti con un modello preesistente validato con i dati sperimentali ottenuti precedentemente al banco dal personale di laboratorio. Il modello è stato usato per verificare come la geometria della camera di combustione influenzasse il miscelamento aria-idrogeno nel cilindro.
Il lavoro riguarda l’effettuazione di test di caratterizzazione volti alla determinazione sperimentale del coefficiente di adsorbimento dinamico e del coefficiente di diffusione di gas nobili radioattivi (Kr-85 e Xe-133) per tre differenti tipi di carbone attivo. Uno dei tre sarà utilizzato come materiale adsorbente all’interno del sistema di trattamento dell’effluenti gassosi (TEG) dell’impianto nucleare tipo EPR in costruzione a Flamanville, Francia. Tale lavoro è stato svolto in ambito del contratto N°YR4222. La ricerca svolta ha comportato la progettazione e la realizzazione di un apparato sperimentale denominato MiniTEG3 con il quale è stato possibile caratterizzare il materiale adsorbente per diverse condizioni operative: stazionarie, transitorie e diffusive.
La presente tesi di dottorato presenta gli apetti di sicurezza delle miscele idrogeno / metano.
La parte teorica ha riguardato lo studio delle tecniche di misura delle concentrazione delle miscele con aggiunta di idrogeno fino ad un 30%vol. in metano. Attività sperimentali di rilascio e stratificazione in ambiente chiuso ed in ambiente dotato di ventilazione naturale sono state condotte presso il laboratorio del Dipartimento. Le concentrazioni sono state misurate con l'ausilio di sensori ossigeno e gas cromatigrafia.
Simulazioni CFD sono state condotte per la verifica della riproducibilità delle caratteristiche di dispersione e stratificazione delle suddette miscele.
In questo questo lavoro sono state caratterizzate chimicamente e meccanicamente due masse refrattarie di paniera a diverso contenuto di MgO per comprendere la loro resistenza alla corrosione da parte dell'acciaio liquido e della scoria. Sono stati poi condotti studi con un tracciante mescolato in queste masse per comprendere gli effetti di questa sostanza sulle propriet dell'intonaco refrattario; è stata studiata la possibilit di utilizzare questa tecnica per isolare l'effetto dello strato di usura della paniera sulla qualità dell'acciaio. Infine stato analizzato l'effetto del refrattario di paniera sulla qualit dell'acciaio tramite analisi SEM delle inclusioni e misurazioni della quantit di idrogeno disciolto nel metallo fuso.
L’obiettivo di questo elaborato è analizzare in termini di efficienza, producibilità e costi uno dei metodi per la produzione di idrogeno utilizzando la fonte solare: i cicli termochimici. In particolare, l’attenzione viene posta sul ciclo termochimico a base di ossido di zinco, che la letteratura considera il più promettente dal punto di vista di uno sviluppo su larga scala.
Tali cicli utilizzano l’energia termica fornita dalla radiazione solare per far reagire chimicamente dei reagenti ausiliari (che vengono consumati e rigenerati nel corso del processo) al fine di decomporre la molecola d’acqua, dando come prodotto finale idrogeno. La temperatura operativa, grazie a questi reagenti ausiliari, viene notevolmente abbassata rispetto a quella richiesta per la scissione diretta dell’acqua.
Biogas: inquadramento normativo, Valore giuridico di norme, regolamenti, DL 233/2003: richiama la direttiva 99/92 CE relativa alla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, Direttiva Europea 94/9 CE: apparecchiature in ambienti a rischio d'esplosione, EN 1127-1, 5 : Atmosfere esplosive - Prevenzione dell'esplosione e protezione contro l esplosione (Art. 5.3.8, e Art. 6.4.8). Le origini del biogas, l’esempio della Germania e dell'Austria.
L’oggetto del presente studio è un impianto di cogenerazione alimentato ad idrometano asservito alla gestione termica di una piscina costruita all’interno del centro sportivo universitario di Tor di Quinto.
Il laboratorio di sperimentazione connesso alla realizzazione di tale impianto ha come obiettivi la promozione di sistemi
innovativi per la gestione energetica ed economica dell’Ateneo e la sostenibilità ambientale all’interno di una grande città
come Roma. Di fatto, tale laboratorio si configura come uno dei nuovi centri di autoproduzione facente capo alla smart grid della Sapienza costituendo il primo sistema ibrido realizzato in Italia che impiega, in modo sinergico e razionale, le tecnologie della cogenerazione, del fotovoltaico e della produzione di idrogeno a bassa pressione ( 15 bar ) mediante processo elettrolitico.
Nelle regole della sicurezza per impianti Biogas agrari BGR104 parte E2 (BGR = Cooperativa professionale Agraria) viene precisato, che in zone a rischio di esplosione devono essere applicate «misure che evitano l’innesco di un’atmosfera a rischio di esplosione» per evitare fonti d’innesco.
Nel dimensionamento di impianti elettrici, le conseguenze dell‘impatto del fumine devono essere portate ad un valore non pericoloso, in riferimento alla IEC/ EN 62305-3.
UNI 10617-2012 Eliminazione tabella di corrispondenza con la UNI 10616
UNI 10616-2012 Testo completamente rinnovato ed aggiornato alle best practices nazionali ed internazionali. E’ una linea guida applicativa per la UNI 10617-2012
Approfondimento e analisi in ambito sicurezza (safety) e controllo in ambito ATEX
Il primo settembre 2012 è partito il progetto “European-wide field trials for residential fuel cell micro-CHP”, finanziato dalla CE, sui sistemi micro CHP (mCHP) basati sulle celle a combustibile per utilizzo residenziale. Il progetto prevede l’installazione in ambito residenziale, e il monitoraggio, di circa 1000 sistemi micro-CHP in 12 Paesi Membri, in modo da ottenere un archivio di dati riferiti ai consumi energetici domestici in diversi mercati europei.
L’integrità di un impianto può essere definita come la capacità dello stesso a svolgere le funzioni richieste in modo efficace ed efficiente con la salvaguardia delle persone e dell’ambiente. Uno dei requisiti chiave per la prevenzione degli incidenti rilevanti è l’assicurazione dell’integrità degli impianti ed in particolare dei sistemi critici per il contenimento delle sostanze pericolose (infiammabili, tossiche, eco tossiche ed esplosive) e per la sicurezza attiva e passiva.
La normativa tecnica riguardante i Sistemi di Gestione della Sicurezza per la Prevenzione degli Incidenti Rilevanti (PIR) nasce a seguito dell’evoluzione della legislatura, sia nazionale che europea, emanata a valle di un tragico incidente italiano, il disastro di Seveso.
Analisi della direttiva 99/92/CE che obbliga alla creazione di una
strategia coerente per prevenire le esplosioni da attuare attraverso misure di
carattere organizzativo che integrino le misure a carattere tecnico sul posto di lavoro.
Aggiornamenti normativi, responsabilità, modi di protezione
e definizione di organismi notificati e ambiti di intervento.
Excursus sui modi di protezione per apparecchiature elettriche
associate alle zone di applicabilità ed agli aspetti di manutenibilità.
La rigassificazione del GNL (Gas Naturale Liquefatto, anche LNG) è un procedimento di natura fisica che consiste nella transizione dalla fase liquida a quella aeriforme del metano attraverso uno scambio termico con l'acqua di mare. Il trattamento del gas fino alla sua liquefazione e successiva rigassificazione noto da molto tempo sta vivendo ultimamente una stagione decisamente improntata allo sviluppo.
È stata recentemente pubblicata la direttiva 2012/18/UE (Direttiva 2012/18/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 4 luglio 2012 sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, recante modifica e successiva abrogazione della direttiva 96/82/CE del Consiglio, GUUE L197 del 24.07.2012), denominata comunemente 'Seveso III'.
I sistemi SCR impiegano ammoniaca anidra o una soluzione ammoniacale per la riduzione degli NOx. L'ammoniaca anidra è classificata come sostanza pericolosa e tossica ed è soggetta a restrittive normative imposte dall'OSHA. Le soluzioni acquose, caratterizzate da concentrazioni inferiori di NH3, presentano fattori di rischio, derivanti dal loro trasporto, carico nei serbatoi e stoccaggio. Il processo AOD si fonda sull'idrolisi dell'urea per produrre NH3 gassosa e quindi evita i rischi l
Apparecchi illuminanti
Cassette di derivazione e pressacavi
Prese/spine e pulsantiere/colonnine comando motore
Quadri luce e batterie di distribuzione
Quadri pressurizzati Ex-p
Materiali vari e complementari
Attraverso progetti internazionali di ricerca, in cui è coinvolta anche la ricerca italiana, sono studiate le soluzioni progettuali dei futuri impianti per la produzione di energia elettrica da fonte nucleare. Produzione di idrogeno mediante energia nucleare: i principali fattori che attualmente ostacolano l'uso dell'idrogeno in sostituzione degli idrocarburi sono legati essenzialmente ai costi associati alla sua produzione, stoccaggio e distribuzione.
L'articolo è il risultato di una collaborazione tra l'Associazione Italiana per l'Idrogeno e Celle a Combustibile - H2IT ( www.h2it.org) - e il Centro di Ricerca SPACE dell'Università Bocconi, finalizzata a monitorare il mercato delle applicazioni di fuel cells e idrogeno a livello nazionale e internazionale. Il Centro di Ricerca SPACE si occupa di tematiche legate al risk and crisis management, environmental and sustainability management e corporate social responsibility.
Una delle maggiori difficoltà con le lacche è data dal fatto che, nella maggior parte dei casi, possono passare inosservate all'interno di un sistema. I componenti, i serbatoi e i filtri continuano a funzionare, ma potrebbero non essere efficienti come un tempo.
Quando la lacca aumenta, spesso si innesca un circolo vizioso. Il deposito di lacca isola le superfici metalliche, impedendo un raffreddamento efficiente dell'olio e aumentando la temperatura.
La variabilità dei prezzi di mercato
Rigassificatori - terminali - depositi LNG in Italia
Serbatoio Full Containment
Strumentazione per serbatoio Full Containment
L'analisi e la misura della portata del LNG
Biometano: immissione nella rete nazionale, cabina ReMi